Quella di oggi è una newsletter letteraria (e non ha la versione audio). Non ne facevo così da più di un anno, l’ultima era stata quella intitolata Follie di Brooklyn di giugno 2023, che conteneva 12 consigli di lettura per conoscere il distretto più “libresco” di New York. Oggi invece riprendo questo format perché mantengo una promessa (e anche perché ogni tanto bisogna respirare aria diversa da queste parti, nella seconda parte della newsletter vedrai che ci aspetta un periodo di grande lavoro sul campo, in cui i temi dell’attualità di cui parlo di solito avranno grande rilievo).
Qualche mese fa una persona, molto probabilmente una insegnante, mi aveva chiesto consigli su libri “non convenzionali” da far leggere agli studenti. Io avevo colto l’occasione per stilare uno stimolante elenco di letture per le vacanze, dandoci poi appuntamento a settembre per continuare con i libri da far studiare durante l’anno. E siccome settembre è arrivato ed è già bello che finito, eccoci qui!
Oggi propongo a te e a tutte le persone che hanno a che fare con la formazione di ragazzi e ragazze giovani sei libri diversi di letteratura americana. Sono libri ovviamente adatti anche agli adulti, anzi: se non li hai mai letti, facci un pensiero, potrebbero ancora cambiarti la vita. Soprattutto, però, sono testi che hanno un altissimo valore letterario, non sono facili (quindi allenano all’analisi del testo, a ogni suo livello, incluso quello formale e strutturale), impegnano la testa anche dal punto di vista di una codificazione personale delle emozioni e dei temi, aiutano nello sviluppo di senso critico e - probabilmente il merito più significativo, soprattutto se letti tutti insieme - offrono una visione degli Stati Uniti utile e completa.
Non so se li sostituirei ai classici canonici di John Steinbeck, William Faulkner, Harper Lee, Toni Morrison e gli altri che di solito compaiono in queste circostanze. Però, sì, li terrei in considerazione per integrazioni, percorsi paralleli, comparazioni con altre letterature e approfondimenti per capire l’attualità.
Bene, ho finito con le premesse, te li presento qui sotto uno a uno (tutti i titoli riportano a un link affiliato di ibs.it; nel caso volessi comprare il libro lo pagheresti uguale ma a me arriverebbe una piccola percentuale utile per coprire le spese di questa newsletter gratuita):
Benito Cereno: romanzo breve e (considerato) minore di Herman Melville, venne pubblicato su una rivista a puntate nel 1855 e subito si distinse per la nebulosità dei punti di vista della sua trama. È la storia della ribellione che coinvolse una nave negriera che trasportava schiavi dall’Africa alle coste degli Stati Uniti alla fine del Settecento e dei conseguenti atti efferati che avvennero a bordo ai danni degli schiavisti spagnoli. Il tutto raccontato da uno dei superstiti - Benito Cereno, appunto - che però dovette mettere in scena una finzione agli occhi degli Americani che prestarono soccorso alla nave. Testo capitale, insegna a farsi domande valide ancora oggi: da che parte sta il male? E il bene? Esiste davvero una differenza tra buoni e cattivi o è solo una questione di punti di vista e di circostanze? Se fossi stata una donna nera in viaggio verso la schiavitù, avrei fatto lo stesso? Magnifico.
Sotto la falce: il memoir di Jemsyn Ward uscito nel 2013 e acclamato come uno dei migliori libri del nostro secolo (nonché ultima lettura del mio gruppo di lettura LIT) sprigiona tutta la potenza della storia vera unita all’efficacia di una forma che non è saggistica bensì narrativa. E lo fa a proposito delle conseguenze della storia raccontata da Melville, il razzismo sistemico degli Stati Uniti, una cosa che è bene che ti venga sbattuta in faccia quando sei ancora in tempo per non farti illusioni sul cosiddetto “sogno americano”: Ward racconta, infatti, la morte di 5 giovani uomini neri, da suo fratello al ragazzo di una delle sue sorelle, in una società - soprattutto quella del South - ancora dominata dai bianchi e dal loro privilegio, nonché dal loro potere di uccidere. Tosto, doloroso, bellissimo.
Undici solitudini: la verità è che la società statunitense - ma direi tutto l’Occidente in questo caso - può essere velenosa anche per chi è bianco, anche per chi ha un lavoro, anche per chi vive nei sobborghi delle grandi metropoli e persino nei loro centri. La raccolta di racconti di Richard Yates del 1962 narra infatti questo, con l’essenzialità e la graniticità di una forma letteraria lavorata in modo pazzesco dall’autore: l’alienazione, l’insoddisfazione, la solitudine (appunto) di personaggi normali dalla vita normale. Quasi quasi me lo rileggo, è un capolavoro.
Le ore: lo è anche il romanzo che valse il Pulitzer a Michael Cunningham nel 1999, lo scrittore che se potessi rubare uno stile di scrittura a qualcuno sceglierei subito lui. La storia è nota (grazie anche al film dal cast stellare che ne trassero nel 2003): tre donne in tre luoghi ed epoche diverse (Londra negli anni Venti, Los Angeles negli anni Quaranta-Cinquanta, New York negli anni Novanta) sono accomunate da un’opera letteraria speciale, Mrs Dalloway di Virginia Woolf. Ma il merito maggiore di quest’opera, a mio avviso, è proprio questo: costruire sulla scrittura, mostrare i legami del mondo (femminile, in questo caso) attraverso quelli della letteratura. Può essere malinconico, ma forse non lo è anche la vita?
Il grande cielo: di sicuro la malinconia era un sentimento che i primissimi cacciatori ed esploratori bianchi del West conoscevano bene, anche se poi l’epopea e le storie che gli costruirono intorno nel tempo fecero di tutto per togliergliela, quella sensibilità, e le sostituirono solo durezza, coraggio, sfrontatezza. Come se queste cose potessero andare senza le altre, i loro contrari e ossimori: la distruzione, la tracotanza, di nuovo la solitudine e l’incertezza. Recuperare il romanzo western di A.B. Guthrie del 1947 è un’esperienza di conoscenza e avventura essa stessa. Splendido tanto per respirare l’aria degli immensi orizzonti nuovi che si spalancavano davanti a questi uomini quanto per vederne immediatamente le contraddizioni.
Terre di confine: e chiudo con quest’opera che tutti e tutte dovrebbero leggere per capire davvero cos’è un confine e cosa significa viverci in mezzo. Il saggio-memoir-poema di Gloria Anzaldùa del 1987 è un testo miliare, che mette in circolo verità essenziali su cui secoli di propaganda, politica e guerre hanno buttato vagoni di sabbia, facendoci interiorizzare il concetto che noi siamo diversi da loro, Messico e Texas sono nemici, muri e guardie possono contenere. Non è vero niente: i confini uniscono, la cultura delle terre di frontiera è una cultura che unisce, loro e noi viviamo di sentimenti, simboli e storie che si specchiano e si mescolano insieme. Provare per credere.
Grazie per avermi seguita fin qui oggi. Se vorrai leggere uno o più di questi libri, o se li vorrai proporre alle tue classi, fammi poi sapere come va. I commenti sono aperti. Siccome credo che a volte le storie migliori su una cultura arrivino da chi quella cultura la osserva da una certa distanza, mi sento di consigliarti ancora due titoli bonus. La distanza in questo caso è quella Italia-Stati Uniti, ma anche - lo vedrai da te - quella Terra-Luna; la penna è una delle migliori che ha saputo raccontare l’America ed esprimersi con la forma del saggio personale in passato; i temi sono universali ed estremamente occidentali allo stesso tempo: Se il sole muore e Quel giorno sulla luna di Oriana Fallaci. Due testi che parlano di ambizione, possibilità, frontiera: tutte cose che l’America ha rappresentato per tanto tempo e per molti e molte di noi. Due testi a cui ho aspirato io stessa mentre provavo a scrivere della mia America - che è stata tutte quelle cose e poi diverse altre - e che spero possano suscitare una spinta simile a chiunque li legga. Giovane o meno.
Prossimamente
Già nella scorsa newsletter ti ricordavo i contenuti della McMusa che nelle prossime settimane staranno al passo con l’attualità: LIT (il bookclub); CAREFUL, IT’S HOT (la rassegna); States (la newsletter con Luciana Grosso).
Siccome io sono in partenza per gli Stati Uniti dove starò esattamente un mese, a questi aggiungo:
Miglia di ottobre e di novembre (il podcast di esplorazione e racconto on the road degli Stati Uniti riservato alle persone iscritte alla membership), in uscita rispettivamente il 13 e il 10;
Sogni Americani (questa newsletter, sempre e per sempre gratuita), in uscita il 5 e il 19 ottobre e il 2 novembre.
Tutte queste puntate racconteranno storie direttamente dagli Stati Uniti. Saranno utili ed efficaci per avere uno sguardo diretto sul territorio e in diversi contesti socioculturali prima delle elezioni, ma anche per cercare di capire un po’ più da vicino e nel profondo cosa e come vivono le persone in America oggi.
Una cosa simile a quella già fatta nella puntata di settembre di Miglia, ambientata in una delle contee in bilico di uno degli Stati in bilico: uno di quei posti ordinari, quindi, a cui quest’anno tocca un compito straordinario.
Ci sentiamo allora dall’altro lato. Grazie per oggi, ciao!
Ottima lista di suggerimenti alla quale aggiungerei Paradise Falls di Don Robertson.
Ottimi suggerimenti anche per gli adulti , interessante capire cosa diranno gli insegnanti. Io ho chiesto ad una mia amica che insegna inglese al liceo e lei mi dice che i ragazzi lèggono poco ..penso però che dipende sempre da come si pongono le cose . Buon viaggio, ti seguiremo come sempre!