Ciao! La newsletter di oggi è un po’ diversa da quelle che ti mando abitualmente: somiglia molto a quella dello scorso dicembre ed è la continuazione tangibile e concreta di quella dello scorso sabato. Non c’è la versione audio perché te la consegno più in qualità di nota della spesa da tenere in tasca e meno nella consueta veste di storia. Si tratta, in ultimo, del tentativo di accontentare il desiderio espresso da alcune persone che hanno seguito il recente tour dei Book Riders a New York e mi hanno chiesto: che libri avete letto? Che storie avete usato per conoscere la città?
Quello che segue, quindi, è un elenco ragionato e narrativo che risponde a queste domande. Ma, ancor prima, risponde a un’altra curiosità che è emersa qua e là nei racconti di viaggio fatti finora: avremmo dovuto leggere molti più libri (e quindi consegno questa newsletter anche a chi è stata in viaggio con me, come modo per continuare ciò che abbiamo cominciato insieme). Avevo preparato un programma di letture molto fitto (che è lo stesso che condivido oggi con te), ma ne ho volutamente sacrificato una parte perché il gruppo di persone con cui mi trovavo aveva altre esigenze. In che senso, ti chiedi? Nel senso che ci siamo confrontate a lungo e in profondità su alcuni temi complessi, che richiedevano molto tempo e molto spazio: la gentrificazione, la differenza della New York reale da quella immaginata, il potere culturale ed economico di questa città, la relazione tra persone ricche e povere, il razzismo, il cambiamento. Qui sta il bello dei tour dei Book Riders: i libri sono davvero degli strumenti, devono facilitare le cose e non complicarle, devono orientare e non sviare. Il mio compito, quindi, si realizza al meglio quando riesco a interpretare il carattere e le intenzioni del gruppo che ho di fronte e su quegli elementi adatto il percorso narrativo. Mai viceversa.
Ecco a te, allora, il programma letterario completo della prima edizione di Follie di Brooklyn, un percorso nel distretto di New York che negli ultimi decenni ha intrecciato il suo destino in modo inesorabile e fortissimo alla letteratura, alla creazione di storie, al lavoro editoriale. Chi sogna il cinema va a Hollywood, chi vuole scrivere va a New York e, nello specifico, cerca casa a Brooklyn. Quelle che ti segnalo, quindi, sono tutte storie in cui compaiono personaggi che scrivono o lavorano nell’editoria e vivono (o vorrebbero vivere) in uno di quei quartieri di Brooklyn che una volta costavano poco e oggi invece sono per privilegiati.
Nonstop Metropolis: il viaggio comincia con una panoramica. Per cosa si caratterizza Brooklyn? Da dove nascono le sue case così particolari (le brownstones) e il suo assetto architettonico a metà tra l’elegante e l’operaio? Risponde per noi la grandissima autrice Rebecca Solnit, che in questo atlante culturale pieno di splendide mappe ha voluto dedicare un intero capitolo agli elementi che rendono Brooklyn il distretto trendy e creativo che è oggi, ma che non sempre è stato.
New York Stories: non si può capire il potere di Brooklyn, però, senza inserirlo in quello più complesso e imponente dell’intera New York. Questa raccolta di racconti curata da Paolo Cognetti rende perfettamente l’idea: New York, infatti, viene da lui definita la capitale del Novecento e, di conseguenza, chiunque ne abbia scritto - come mostra appunto l’antologia - si è dovuto o dovuta misurare con una potenza narrativa, umana, esistenziale unica e non sempre facile da maneggiare. E forse è anche grazie a queste persone e alle loro relazioni complicate con la città che New York ancora oggi è un mito difficile da spogliare.
Follie di Brooklyn e Sunset Park: ci ha provato in parte Paul Auster, che ha quasi sempre ambientato i suoi libri a New York, la città che ritiene più famigliare e terrificante di tutte. I suoi romanzi dedicati a Brooklyn (il distretto dove lui stesso ancora vive e che ha contribuito a rendere attraente per gli aspiranti scrittori e scrittrici venuti dopo di lui) raccontano la relazione tra i quartieri di Park Slope e Sunset Park e i protagonisti che li hanno scelti: i primi per morire e per innamorarsi, i secondi per nascondersi e creare arte.
Nel mondo a venire: sulla riuscita o meno di questa relazione molto stretta tra creazione artistica e Brooklyn, ma anche sulle inevitabili contraddizioni che ha generato negli anni, prima fra tutte la disuguaglianza sociale e una certa ossessione liberal per valori che poi, di fatto, chi professa non riesce a onorare fino in fondo, il migliore racconto l’ha scritto in assoluto Ben Lerner. Autoironico, variegato, pop, brillante e profondo. E si fa anche una gita in Texas, il che non guasta mai.
Amori e disamori di Nathaniel P.: sei una persona a cui piacciono i maschi etero intellettuali che scrivono, amano leggere e ogni volta che aprono bocca fanno sfoggio della propria presunta intelligenza? O, ancor più spesso, dei loro incredibili tormenti? Se sì adorerai questo romanzo di Adelle Waldman o forse no, forse ti irriterà: Brooklyn sa mettere a dura prova certi modelli, tanto maschili quanto femminili.
Due di noi: a proposito di ragazze, questo breve e scorrevole romanzo di Emily Gould racconta un’amicizia al femminile che illumina e sostiene le vite di due giovani donne molto diverse tra loro ma estremamente complici. Quando le loro traiettorie si ribalteranno completamente - sempre in termini di privilegio, amore e lavoro - cosa succederà al loro legame? Se avete visto Girls o Sex and the City la loro storia vi ricorderà qualcosa.
Quello che rimane: bisogna andare indietro fino agli anni Settanta, invece, per seguire la storia che l’autrice Paula Fox ambienta in una delle case di lusso di Brooklyn Heights, dove vive una coppia - lui e lei, entrambi di mezza età - tanto colta quanto ossessionata dal proprio status, tanto unita quanto disponibile a far entrare tra le proprie zone oscure amici, nemici, gatti e un vicinato facile da discriminare. Uno dei migliori racconti scoperti per questo tour.
Sembrava una felicità: con questo ho fatto invece molta più fatica, ma credo valga la pena anche solo perché restituisce un ritratto simile al precedente ma a cinquant’anni di distanza. Jenny Offill, infatti, racconta la vita di una donna dal suo punto di vista frammentato, tanto poco consequenziale da rendere perfettamente l’idea del suo sentirsi “a pezzi”. Creatività, amore, maternità, realizzazione personale: c’è tutto questo, con poche connessioni formali e molta sperimentazione strutturale. Proprio come potrebbe capitare a una vera donna di Brooklyn oggi.
Domani a quest’ora: con la storia scritta da Emma Straub entriamo da un lato nel regno del fantastico, dall’altro in una New York così precisa e vivida da togliere il fiato (fermate della metro, locali storici, incroci e strade appena percorse…). Sono questi i due mondi opposti e complementari di una storia tenera e scritta magnificamente: quella di una donna di 40 anni che sta accompagnando il padre - famoso scrittore di fantascienza - verso una lenta e inesorabile morte, ma una mattina si sveglia e si riscopre adolescente nella vecchia casa di famiglia, con Leonard - il papà, appunto - anche lui ringiovanito e persino migliorato. Tornando indietro, quindi, cosa farà lei di diverso? Riuscirà a vivere con quell’uomo un rapporto migliore? E con gli altri uomini della sua vita, che cosa farà? Altra grande scoperta di questo tour, in questa trama si sente tutta la padronanza del mondo della letteratura da parte dell’autrice: Emma Straub, infatti, è una delle fondatrici della famosa libreria di Brooklyn Book Are Magic.
Drinking at the movies: fumetto di culto, è la storia della sua autrice Julia Wertz quando, ventenne, si trasferisce da San Francisco a New York e sclera di brutto. Tra appartamenti che cadono a pezzi, ratti, whisky e amici salvavita, la giovane disegnatrice ci porta dentro una grande verità: New York non è per tutti. Ma lasciarla resta una cosa impensabile.
Ultima uscita per Brooklyn: chiudiamo con il romanzo più forte, crudo, importante del programma. Un romanzo a lungo bandito, riportato recentemente in Italia da Sur e a suo tempo scritto quasi con il sangue da un autore che aveva tutto tranne che una formazione intellettuale, Hubert Selby Jr. Con lui torniamo indietro nella Brooklyn com’era prima di ogni gentrificazione, abitata dagli ultimi (soldati, prostitute e travestite, operai, vittime della povertà, uomini che non sanno cosa essere, donne che vengono pestate, bambini dimenticati) e percorsa da ogni genere di grazia e di violenza. Per parlare di quest’opera come si merita ho bisogno di un ambiente protetto: ecco perché lo farò nella prossima puntata di Miglia, il mio podcast in abbonamento, che per l’occasione andrà quindi nella zona di Brooklyn che nel nostro viaggio ha riservato più sorprese, Red Hook.
Ho lasciato fuori diversi articoli, reportage, documentari e ancora un altro paio di libri. Ci sarà modo e tempo per parlare di tutto, questo percorso ha una sua misura perfetta ed è questa, secondo me. Ti auguro quindi di seguirlo divertendoti e adattandolo alle tue passioni, esigenze e aspettative.
Grazie per avermi letta fin qui oggi. Ci sentiamo tra due sabati. Ciao!
Tutti i link dei libri rimandano al sito di ibs.it e sono affiliati. Cosa significa? Significa che tu acquisti i libri allo stesso prezzo e a me arriva una piccola percentuale, utile a sostenere le spese di questa newsletter.