Due amiche mi hanno regalato un anno di States e sono rimasto contentissimo :)
A riguardo delle critiche: io mi trovo spesso disarmato a leggere reviews su Goodreads... Libri che ho trovato stupendi con media 3.2, piene di gente che storce il naso, che li accusa di essere troppo di qualunque cosa (troppo corti, troppo lunghi, troppo accademici, troppo confidenziali, troppo libertini, troppo rifiniti, troppo raw, etc); altri che ho trovato degli sprechi di cellulosa o pixel, con papiri di gente che ne decanta lodi di cui onestamente non ho percepito nemmeno uno spiffero d'ombra. Insomma, le recensioni e le critiche dicono spesso più qualcosa sul lettore che sul libro letto.
Aspetto la versione audio su Storytel con trepidazione perché sarà come tornare ad ascoltare la tua voce, il tuo stile musicale che in ciascun posto, area giochi, ansa di fiume, radura nella foresta, cimitero, deserto o spiaggia, mi ha guidata alla scoperta e alla comprensione di Stati tanto fisici quanto mentali (cit.). Proud of you!
Che vetrina pazzesca, Marta! Non ho letto tutto, ma molto, e non aggiungo parole su Joan Didion (non ce n'è bisogno, bisogna solo leggerla e magari rileggerla), ma vorrei spendere due parole per Kiese Laymon: Il giusto peso, ma anche Come uccidersi e uccidere in America, sono una testimonianza pazzesca, molto dolorosa, di cosa significhi, oggi, essere neri negli USA. Spero tanto che Black Coffee decida di tradurre anche Long Division e che sempre più persone decidano di leggerlo.
Ciao, sono interessato alla newsletter states. Anche per quella è presente la versione audio? Grazie.
PS: oggi ho passato la metà di Sparire Quì. Non sono abbituato alla scrittura emotiva ed al flusso di pensiero (leggo abbastanza ma principalmente saggi) e mi sono piacevolmente stupito: il libro mi piace e mi rilassa.
Caro Matteo, grazie, mi fa piacere sapere che la mia storia ha questo effetto su di te!
States non ha la versione audio, io e Luciana abbiamo ideato un format snello e conciso, che va dritto al punto, proprio per favorire la lettura. Saremo felici di accoglierti tra noi, se vorrai.
Ti seguo da davvero tanto, ho anche il tuo libro (che ancora devo leggere). Però devo dirtelo, non si fa :(
Ogni critica va presa come un suggerimento, una persona ha perso del tempo per esprimere la propria idea sul tuo lavoro. Magari non ti ha compreso, magari ha stravolto il tuo messaggio, ma ciò che racconta è quello che a lui/lei è passato.
È un momento di crescita per lo scrittore, in quel modo va intesa.
Non so chi sia il criticante, magari è qualcuno che conosci bene e ti ha dato fastidio, ma non solo temo tu non abbia compreso ciò che ti è stato criticato, credo anche che la tua risposta "piccata", con allegato un giudizio ben chiaro, sia davvero fuori luogo, e un colpo un po' troppo basso.
Da ciò che ho capito mentre leggevi il messaggio, non credo ti sia stato detto che "l'ampollosità è sbagliata" (sennò a Nabokov e a Scott Fitzgerald chi va a dirlo?), forse il criticante intendeva dire che, nel tuo caso, era un po' gratuita, costruita? Boh... interpreto.
La seconda parte della tua risposta è anche peggio, secondo me hai quasi travalicato il confine della "superiorità".
Non è segno di maturità letteraria, a mio avviso.
Prova a riflettere un attimo: che beneficio ti ha dato la tua risposta?
A quelli come me ha fatto storcere il naso.
Ai tuoi fan duri e puri non è cambiato niente.
Al criticante e a quelli che la pensano così hai regalato un inasprimento, sicuramente non prenderanno il tuo prossimo libro.
In tutti e tre gli scenari, a te vantaggio non ne hai certo portato.
Buon viso a cattivo gioco, è sempre la cosa migliore, e più educata. Quello che fai è un lavoro, lascia fuori il personale!
Caro Mattia, i presupposti da cui parti sono viziati. La recensione che ho commentato è pubblica, scritta su un sito pubblico e anche piuttosto frequentato. Non conosco la persona che l’ha scritta. In quanto scrittrice e soprattutto come divulgatrice e critica letteraria ho messo il mio testo a servizio di due ragionamenti sui cui ho speso molte riflessioni e che - l’ho proprio dichiarato, dopo aver detto che per buona parte la ritengo anche condivisibile - penso possano essere utili molto al di là del mio caso. Credo sinceramente che mettano a fuoco due interessanti nodi su cui riflettere come pubblico, come lettori e lettrici, per tutte le nostre letture. Soprattutto quelle contemporanee. Mi spiace che questo messaggio non ti sia arrivato, ma posso dirti con certezza che le tue illazioni sono infondate. Sulle conseguenze di questa mia newsletter, chi lo sa, staremo a vedere: non sono solita ragionare in termini di fan e ripicche. A me interessa la scrittura e che cosa, insieme, ne facciamo. Grazie di questo confronto :)
Ciao, ci tengo a precisare che io non ho mai detto che conosci la persona in questione, l'ho messa solo come ipotesi, ci ho aggiunto un "magari", come a dire che era una possibilità (irrilevante, spero si sia capito).
La prima parte della tua risposta, infatti, è apprezzabile.
Due amiche mi hanno regalato un anno di States e sono rimasto contentissimo :)
A riguardo delle critiche: io mi trovo spesso disarmato a leggere reviews su Goodreads... Libri che ho trovato stupendi con media 3.2, piene di gente che storce il naso, che li accusa di essere troppo di qualunque cosa (troppo corti, troppo lunghi, troppo accademici, troppo confidenziali, troppo libertini, troppo rifiniti, troppo raw, etc); altri che ho trovato degli sprechi di cellulosa o pixel, con papiri di gente che ne decanta lodi di cui onestamente non ho percepito nemmeno uno spiffero d'ombra. Insomma, le recensioni e le critiche dicono spesso più qualcosa sul lettore che sul libro letto.
Aspetto la versione audio su Storytel con trepidazione perché sarà come tornare ad ascoltare la tua voce, il tuo stile musicale che in ciascun posto, area giochi, ansa di fiume, radura nella foresta, cimitero, deserto o spiaggia, mi ha guidata alla scoperta e alla comprensione di Stati tanto fisici quanto mentali (cit.). Proud of you!
Cuori! Grazie.
Che vetrina pazzesca, Marta! Non ho letto tutto, ma molto, e non aggiungo parole su Joan Didion (non ce n'è bisogno, bisogna solo leggerla e magari rileggerla), ma vorrei spendere due parole per Kiese Laymon: Il giusto peso, ma anche Come uccidersi e uccidere in America, sono una testimonianza pazzesca, molto dolorosa, di cosa significhi, oggi, essere neri negli USA. Spero tanto che Black Coffee decida di tradurre anche Long Division e che sempre più persone decidano di leggerlo.
Ciao, sono interessato alla newsletter states. Anche per quella è presente la versione audio? Grazie.
PS: oggi ho passato la metà di Sparire Quì. Non sono abbituato alla scrittura emotiva ed al flusso di pensiero (leggo abbastanza ma principalmente saggi) e mi sono piacevolmente stupito: il libro mi piace e mi rilassa.
Caro Matteo, grazie, mi fa piacere sapere che la mia storia ha questo effetto su di te!
States non ha la versione audio, io e Luciana abbiamo ideato un format snello e conciso, che va dritto al punto, proprio per favorire la lettura. Saremo felici di accoglierti tra noi, se vorrai.
Ti seguo da davvero tanto, ho anche il tuo libro (che ancora devo leggere). Però devo dirtelo, non si fa :(
Ogni critica va presa come un suggerimento, una persona ha perso del tempo per esprimere la propria idea sul tuo lavoro. Magari non ti ha compreso, magari ha stravolto il tuo messaggio, ma ciò che racconta è quello che a lui/lei è passato.
È un momento di crescita per lo scrittore, in quel modo va intesa.
Non so chi sia il criticante, magari è qualcuno che conosci bene e ti ha dato fastidio, ma non solo temo tu non abbia compreso ciò che ti è stato criticato, credo anche che la tua risposta "piccata", con allegato un giudizio ben chiaro, sia davvero fuori luogo, e un colpo un po' troppo basso.
Da ciò che ho capito mentre leggevi il messaggio, non credo ti sia stato detto che "l'ampollosità è sbagliata" (sennò a Nabokov e a Scott Fitzgerald chi va a dirlo?), forse il criticante intendeva dire che, nel tuo caso, era un po' gratuita, costruita? Boh... interpreto.
La seconda parte della tua risposta è anche peggio, secondo me hai quasi travalicato il confine della "superiorità".
Non è segno di maturità letteraria, a mio avviso.
Prova a riflettere un attimo: che beneficio ti ha dato la tua risposta?
A quelli come me ha fatto storcere il naso.
Ai tuoi fan duri e puri non è cambiato niente.
Al criticante e a quelli che la pensano così hai regalato un inasprimento, sicuramente non prenderanno il tuo prossimo libro.
In tutti e tre gli scenari, a te vantaggio non ne hai certo portato.
Buon viso a cattivo gioco, è sempre la cosa migliore, e più educata. Quello che fai è un lavoro, lascia fuori il personale!
Sì, la mia è una critica.
Ma forse anche un consiglio.
Caro Mattia, i presupposti da cui parti sono viziati. La recensione che ho commentato è pubblica, scritta su un sito pubblico e anche piuttosto frequentato. Non conosco la persona che l’ha scritta. In quanto scrittrice e soprattutto come divulgatrice e critica letteraria ho messo il mio testo a servizio di due ragionamenti sui cui ho speso molte riflessioni e che - l’ho proprio dichiarato, dopo aver detto che per buona parte la ritengo anche condivisibile - penso possano essere utili molto al di là del mio caso. Credo sinceramente che mettano a fuoco due interessanti nodi su cui riflettere come pubblico, come lettori e lettrici, per tutte le nostre letture. Soprattutto quelle contemporanee. Mi spiace che questo messaggio non ti sia arrivato, ma posso dirti con certezza che le tue illazioni sono infondate. Sulle conseguenze di questa mia newsletter, chi lo sa, staremo a vedere: non sono solita ragionare in termini di fan e ripicche. A me interessa la scrittura e che cosa, insieme, ne facciamo. Grazie di questo confronto :)
Ciao, ci tengo a precisare che io non ho mai detto che conosci la persona in questione, l'ho messa solo come ipotesi, ci ho aggiunto un "magari", come a dire che era una possibilità (irrilevante, spero si sia capito).
La prima parte della tua risposta, infatti, è apprezzabile.
Ma figurati ;)