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Bellissima la mostra, l'ho vista l'ultima domenica di agosto in un museo quasi deserto (e freddissimo per l'aria condizionata). Le due foto che mi sono rimaste più impresse sono state una bambina di origine giapponese con un cartellino al collo, come se fosse un pacco pronto a essere spedito via, e due persone migranti sulla strada con un enorme cartello "Next time try the train. Relax". Che brava lei!

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La mostra (credo sia la stessa) l'ho vista qualche anno fa a Roma: era nel foyer del Teatro India, dove Massimo Popolizio interpretava un monologo tratto da Furore. Brividi, sia per le foto che per la rappresentazione teatrale. Ovviamente anche per l'opera di John Steinbeck, ma questo lo sapevo già :-)

Sulla storia delle deportazioni dei giapponesi negli USA mi aveva colpita molto leggere "Venivamo tutte per mare" di Julie Otsuka.

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Anzi no, mi rispondo da sola, probabilmente al Teatro India le foto sui deportati giapponesi non c'erano, perché era incentrata su Furore e sulle conseguenze della "dust bowl".

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